Roma, 15 luglio 2015 - «L'approvazione della delibera di riqualificazione dell'area dell'ex Fiera di Roma sblocca uno stallo che si è protratto per quasi un decennio. Finalmente si è posto rimedio a una situazione insostenibile, che con il tempo era divenuta uno dei simboli dell'incapacità di dare risposte ai cittadini da parte delle istituzioni. Ciò premesso, va rilevato come le linee guida del progetto non presentino caratteristiche tanto innovative quanto era lecito attendersi dopo una gestazione così complessa».
Questo il commento sulla delibera di riqualificazione dell'area dell'ex Fiera di Roma dell'ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l'università La Sapienza di Roma e presidente di Sogeea.
«La decisione di tagliare le cubature destinate agli immobili residenziali è lodevole nelle intenzioni ma non appare sufficiente nella portata - prosegue Simoncini -. Ci troviamo in una zona ad alta densità abitativa, che non ha certo necessità di crescere ulteriormente senza adeguati servizi: sotto questo profilo le scelte dell'Amministrazione dovrebbero essere più coraggiose e improntate alla vocazione originaria dell'area. Bisognerebbe prevedere più strutture da destinare ai servizi, con particolare attenzione per quelli culturali e sociali: biblioteche, centri di aggregazione giovanile, spazi in cui organizzare eventi musicali e artistici, che fungerebbero anche da volano economico per le zone di Tor Marancia e Montagnola. Spazio ce n'è in abbondanza, visto che parliamo di un'area grande circa due volte e mezzo lo stadio Olimpico. In questo modo, ovviamente combinando il tutto con un ampliamento dell'offerta di trasporto pubblico su ferro e una efficace ricettività a livello di parcheggi, l'area andrebbe a costituire un polo di grandissima attrazione».